6 Novembre 2015

ARTRITE PSORIASICA, UN TEST PER PREDIRE L’ EVOLUZIONE

ARTRITE PSORIASICA

ARTRITE PSORIASICA

Il 30% dei casi di psoriasi è destinato a evolversi in artrite psoriasica, una malattia infiammatoria cronica di carattere autoimmunitario invalidante. Tale evoluzione non è rapida, dura solitamente anni ed è determinata da fattori non solo genetici ma anche ambientali, come prova il fatto che spesso nei gemelli omozigoti, quindi geneticamente identici, solo uno sviluppa la patologia.
Questo è il motivo per cui Angela Ceribelli, reumatologa e ricercatrice a Milano, potrà disporre di 210 mila euro per uno studio, della durata di tre anni, volto a individuare biomarker in grado di predire in quali casi la psoriasi si trasforma in artrosi psoriasica. È lei infatti la vincitrice per il 2015 di “La Ricerca in Italia: un’idea per il futuro” concorso bandito dalla Fondazione Lilly e destinato a promuovere i progetti proposti dai giovani ricercatori italiani. L’annuncio è stato dato in occasione dell’evento sul valore della partnership pubblico-privato per l’incentivazione della ricerca scientifica in Italia, che si è tenuto presso l’Aula Magna della Facoltà di Medicina e chirurgia del Policlinico di Catania.Il progetto della dr.ssa Angela Ceribelli, intitolato “Invecchiamento, epigenetica e infiammazione cronica in gemelli monozigoti: uno studio longitudinale sulla malattia psoriasica”, è stato scelto tra tutti quelli pervenuti secondo il meccanismo della “peer review” che garantisce la totale meritocrazia. Il suo progetto è stato quello considerato più avanzato e ricco di possibilità.

Per capirne la portata bisogna sapere che l’artrite psoriasica è una malattia infiammatoria cronica di carattere autoimmunitario, spesso invalidante, che viene preceduta da una manifestazione cutanea, la psoriasi, anche diversi anni prima. Per manifestarsi – e quindi per trasformarsi da psoriasi a artrite psoriasica – richiede la presenza di fattori non solo genetici ma anche ambientali: lo conferma il fatto che spesso nei gemelli omozigoti, quindi geneticamente identici, solo uno sviluppa la patologia. In pratica ci sono fattori ambientali (la disciplina che studia queste relazioni è l’epigenetica) che agiscono sui geni ottenendo che alcuni rimangano silenti e altri si esprimano. Se si riuscisse a capire subito quando si sviluppano le alterazioni epigenetiche che si traducono in artrosi psoriasica, prima che questa faccia danni, si potrebbe intervenire e controllare la malattia con maggior successo perché precocemente. Come capirlo? Ancora non si può perché manca un marker clinico, cioè un biomarcatore che indichi o escluda questo processo. Il progetto della Ceribelli consiste proprio nel cercarne uno, attraverso lo studio di 500 gemelli dell’area milanese nel laboratorio all’Humanitas Research Hospital di Rozzano, dove lavora, al fine di rendere l’artrite psoriasica una malattia molto più controllabile e forse prevenibile. Se lo studio porterà i risultati attesi sarà merito anche della Fondazione Lilly, che dal 2008 – questa è la sesta edizione – porta avanti il progetto “La ricerca in Italia: un’idea per il futuro”, premiando ogni anno con una borsa di studio un giovane ricercatore affinchè possa realizzare in Italia il suo progetto. Le aree finora finanziate sono quella endocrino-metabolica, immuno-oncologica, neuroscienze, cardiologica, del metabolismo osseo e delle malattie reumatiche (come in questo caso).

Il Bando per l’edizione 2015-16, la settima, riguarderà invece la “Interazione tra alimentazione e farmaci nella terapia del diabete: aspetti molecolari e di traslazionalità clinica”. “Oltre  all’annuncio della scelta del progetto di Angela Ceribelli – commenta Concetto Vasta, Direttore Generale della Fondazione Lilly – oggi siamo qui, a distanza di 6 anni, anche per presentare il nuovo bando della settima edizione. Questa continuità conferma il successo dell’iniziativa, dovuto alla capacità di stringere partnership tra istituzioni pubbliche, mondo scientifico e fondazioni private. Questo modo di lavorare in sinergia, giocando ognuno un ruolo attivo, ha consentito di  costruire un progetto che nel tempo ha offerto un’interessane opportunità per il Sistema Paese. La validità del progetto, quest’anno, viene ulteriormente rimarcata dall’adesione data dalla Fondazione Cariplo, che co-sponsorizzerà la nuova edizione. Il tema è di grande attualità: alimentazione e farmaci nella terapia del diabete.”Aggiunge  Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo  “ Siamo orgagliosamente partner di questa settima  edizione, poichè ne condividiamo il contenuto, le modalità, le finalità. Siamo certi che i nostri giovani ricercatori sapranno cogliere questa interessante opportunità e tradurla in un beneficio sia per la salute delle persone che per la società tutta.”

Al progetto che sarà giudicato di più alto valore scientifico verranno assegnati 210.000 euro in tre anni, erogati in tranches annuali di 70.000 euro, di cui 45.000 sono destinati al ricercatore e i restanti per le spese di ricerca. Per garantire i migliori risultati e impegno costante, sono previsti momenti di verifica dell’andamento del progetto da parte del Board scientifico.I progetti presentati in risposta al bando, infatti, saranno valutati secondo il metodo della “peer review”: il board scientifico demanderà il giudizio a altri esperti nello stesso campo. In pratica, i progetti verranno giudicati da un Centro di eccellenza estero operante nell’area della malattia diabetica; e tale Centro sarà sorteggiato con procedura notarile tra quelli identificati dal Board scientifico della Fondazione Lilly.
GNM

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