26 Febbraio 2008

Forme cliniche dell’Artrite Reumatoide

Forme cliniche dell’Artrite Reumatoide

Prof. Giovanni Minisola
Direttore U.O.C. di Reumatologia
Ospedale San Camillo – Roma

Autoimmune, cronica e sistemica, di origine sconosciuta, caratterizzata da un processo infiammatorio, generalmente simmetrico, in corrispondenza delle articolazioni interessate.
Queste caratteristiche rendono l’artrite reumatoide una malattia complessa anche per le serissime conseguenze in termini di invalidità e di oneri economici diretti, indiretti e intangibili, rilevanti non solo per le persone colpite e per i loro famigliari, ma anche per la società.

Oggi si calcola che in Italia i malati siano circa 400.000 (1% della popolazione), per lo più donne in età giovane e adulta, molte delle quali ancora in attività lavorativa. Attività che viene regolarmente compromessa così come l’autonomia funzionale. Per questo è fondamentale l’individuazione precoce della malattia. E’ stato accertato infatti che, in caso di ritardo diagnostico o terapeutico, il 10% delle persone colpite smette di lavorare entro 1 anno dalla diagnosi, il 50% entro 10 anni. L’incidenza nei bambini e negli adolescenti è più bassa rispetto agli adulti ma è comunque rilevante se si considera la comparsa annuale di circa 10 nuovi casi ogni 100.000 adolescenti, comunque di età inferiore a 16 anni. Naturalmente la diagnosi non è difficile quando la malattia è consolidata e in fase avanzata.

E’ invece più difficile nelle fasi iniziali, quando l’interessamento articolare è più sfuggente e si può essere indotti a sottovalutare la sintomatologia. Però la diagnosi precoce consente di trattare prontamente la malattia, migliorandone la prognosi a tal punto da annullare il rischio di deformità e invalidità permanenti. Accanto alle cure tradizionali a base di anti-infiammatori, antidolorifici e farmaci di fondo immunosoppressori, oggi trovano indicazione i moderni farmaci biologici che neutralizzano efficacemente e prontamente le molecole che distruggono le articolazioni. Queste cure trovano le maggiori indicazioni nei casi che hanno mostrato di non rispondere alla terapia tradizionale, quando la malattia è particolarmente aggressiva o quando si evidenziano elementi clinici che fanno prevedere un andamento particolarmente sfavorevole. Il loro impiego obbliga a un attento controllo dei pazienti in trattamento al fine di individuare prontamente la comparsa di eventuali effetti collaterali. Purtroppo i farmaci biologici, frutto di una ricerca protrattasi per anni, hanno un costo assai elevato, ma non c’é dubbio che il loro utilizzo assicuri risultati fino a poco tempo fa inimmaginabili.

A livello sociale c’è ancora scarsa attenzione nei confronti dei problemi per una malattia che incide profondamente nella vita di una persona, che diventa completamente ‘dipendente’ di altre. Mentre è eccessiva e poco oculata l’attenzione dedicata ai costi dei farmaci, specie di quelli biologici, dimenticando che il loro impiego consente nel medio e lungo termine un risparmio considerevole. Se è vero, infatti, che l’impiego di queste cure comporta nell’immediato una spesa, è altrettanto vero che consente il recupero al lavoro e alla produttività di persone altrimenti condannate all’invalidità e a gravare lungamente sulla collettività in termini di costi e oneri sociali. Occorre, inoltre, rafforzare la rete assistenziale specialistica, facilitando l’accesso alle strutture di più alto livello, quale quella che dirigo, dotate di reparti di degenza ordinaria, di day-hospital e di poliambulatori specialistici.

Purtroppo, contrariamente a ciò che accade nei Paesi più avanzati, in Italia non sono molte le strutture di questo tipo ed è pertanto auspicabile che aumentino e che vengano potenziate quelle già esistenti. Solo così sarà possibile diagnosticare e trattare la malattia precocemente, in virtù di una interazione operativa tra medici di base, specialisti reumatologi del territorio e Centri di riferimento ospedalieri. A beneficiare di un siffatto modello assistenziale saranno tutti i pazienti affetti da Artrite Reumatoide nei confronti dei quali sarà finalmente possibile erogare un’assistenza moderna ed efficace, allineata rispetto alle più recenti acquisizioni scientifiche. 12

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